PREVISIONI METEO A VISTA
Per capire come si evolve il tempo nelle Alpi bisogna per prima cosa sapere che l’ evoluzione del tempo è dovuta al fatto che le perturbazioni principalmente provengono da Ovest.
Questo perché il maggior produttore di perturbazione dell’ Europa è dovuto all’ Oceano Atlantico (non dobbiamo dimenticarci che la pioggia è vapore acqueo che è evaporato dalla superficie di mari, laghi e fiumi).
Le perturbazioni sono poi spostate da un continente all’ altro all’ interno degli alisei.
Gli alisei sono venti dovuti alla rotazione terrestre che percorrono la circonferenza della terra: All’ equatore si spostano verso Ovest mentre a quote più alte verso Est.
Per questo è anche necessario riconoscere la direzione dei venti per capire che tipo di vento sono e cosa portano.
Un aiuto ci viene dalle nuvole che evidenziano tale direzione; non tutte le nuvole ci danno questa informazione ma solo quelle che stanno più in alto(cirri e strato cirri ). Sono queste le nuvole che stanno in alta quota( da 5 a 15 km) e non sono modificate da fattori legati al suolo: presenza di mare o laghi, temporali che risucchiano l’ umidità davanti a loro, e altro.
I venti principali sono chiamati:
Tramontana
Libeccio
Scirocco
Grecale o Bora
Analizziamo che aria portano i singoli venti
– Tramontana è un’ aria che arriva da Nord Ovest perciò arriva dal mare del Nord o dalle isole Britanniche (a volte direttamente dal Circolo Polare Artico).
E’ quindi aria fredda che attraversando mari freddi si arricchisce di umidità. Essa crea forte abbassamento di temperature e copiose nevicate.
Quando questa massa arriva alle Alpi dei paesi che confinano con l’ Italia si creano nevicate molto intense che arrivano a sfondare il crinale di confine propagandosi fino a 50Km nelle Alpi Italiane (soprattutto se è sostenuta da una forte corrente a getto) diventando poi sulle successive montagne solo copertura nuvolosa. Se non ha una velocità elevata allora nelle Alpi Italiane di confine abbiamo solo copertura nuvolosa e oltre il tempo è bello e persistente. Nelle alpi Friulane dove le montagne sono più basse può riuscire a trovare sfogo diventando vento di Bora perché si ricongiunge alla massa d’ aria di origine
– Libeccio è un’ aria che arriva da Sud Ovest perciò arriva dall’ Africa e arriva da noi attraversando il Mediterraneo.
E’ quindi aria calda e umida che attraversando il mare si arricchisce di umidità.
E’ anche il tipo di aria generato da depressioni cicloniche che non riuscendo ad entrare nel Mediterraneo( mare caldo con quindi spesso sede di alte pressioni) si fermano o si spostano sopra le Alpi richiamando aria calda da Sud e a volte anche dal deserto del Sahara (in questo caso le precipitazioni contengono polvere del deserto che precipita con la pioggia(automobili sporche di sabbia) o neve (fenomeno raro di montagne con neve rosa)
Essa crea un aumento delle nuvole e forte precipitazioni nell’ alto Tirreno.
Può creare danni seri sulla relativa costa perché trovando subito rilievi montuosi si alza e innesca il moto verticale dovuto all’ orografia locale.
Arrivando alle Alpi del Occidentali questa massa trova una barriera e tentando di superarla scarica quantità considerevole di acqua e neve. Se questa massa continua ad essere alimentata da dietro si crea un accumulo molto pericoloso nelle Alpi Piemontesi (sono le montagne più alte d’ Europa e la massa d’ acqua non le può superare quindi si scarica totalmente determinando esondazioni locali.
Per quanto riguarda le alpi Orientali la perturbazione prima di arrivare deve scavalcare gli Appennini scaricando una parte della pioggia poi percorrere la pianura e le Prealpi scaricando ulteriore umidità e arriva alle Alpi con poca energia e umidità i temporali non sono generalmente di forte intensità.
Solo la fascia pedemontana Veneta sarà sede di moti convettivi con temporali che si sposteranno verso il Friuli. Qui purtroppo le Alpi disposte a semicerchio fermando i temporali li accumulano andando ad alimentare in continuazione il moto convettivo creando le condizioni simile a quello delle Alpi Piemontesi.
– Scirocco è un’ aria che arriva da Sud Ovest perciò arriva dall’ Africa e attraversa il Mediterraneo.
E’ quindi aria calda e umida che attraversando il mare si arricchisce di umidità.
Rispetto al Libeccio è’ però anche il tipico vento dovuto a depressioni cicloniche che generatesi nell’ Oceano riescono ad entrare nel Mediterraneo. Essa crea una situazione che esalta le perturbazioni perché essendo il moto ciclonico un moto di rotazione anti oraria dovuta alla presenza di una bassa pressione sul davanti trova aria umida e calda da SudEst e dietro gli arriva aria umida e fredda da NordOvest. L’ orografia poi del mar Adriatico fa convogliare questa massa( aumentandone la velocità) nel Triveneto. Il vento spinge il mare fino a farlo alzare e si verificano nella laguna Veneta maree di gran lunga superiori al metro di altezza. In presenza anche di Luna piena si sommano i due eventi e si hanno fenomeni pericolosi (negli anno 60 in mare si sono misurate altezze superiori ai 2 metri).
Quando questa massa arriva alle Alpi (le Alpi del Triveneto sono a forma di arco) la perturbazione trovando l’ ostacolo si alza scaricando per effetto STAU pioggia abbondante e continuativa lo stesso dicasi della neve in quota .
Lo Scrirocco nel NordEst (come il Libeccio nel Nordovest) è il miglior alleato degli amanti degli sport invernali in quanto in poco tempo si verificano accumoli considerevoli di neve pesante(molto umida quindi si schiaccia al suolo a causa del suo peso e la successiva sublimazione (evaporazione) nei giorni successivi è minore. Alle alte quote la neve arriva soffice aumentando più ancora lo spessore o spazzata dal vento si accumula si creste e pareti verticali.
La differenza dei due tipi di neve crea differenti pericoli.
Mentre quella umida resta compatta e si hanno distacchi di lastre o slavine per poca aderenza con il vecchio manto quella soffice incorpora molta aria e la sublimazione avviene anche in profondità; La neve diventa polverosa e non coesa e in caso di distacco si crea la vera valanga con velocità di caduta anche superiori a 200Km/h creando danni anche a distanza di centinaia di metri a causa del muro di aria che la valanga sposta.
– Grecale questo vento è chiamato anche Bora, Burian o Buriana
è un’ aria che arriva da NordEst perciò arriva dalla Russia e poi dai Balcani.
E’ quindi aria asciutta e fredda che arriva sulle Alpi.
In questo punto la struttura delle Alpi non è più una catena montuosa compatta e alta ma larga . L’ aria ha quindi la possibilità di approfittare di varchi per infilarsi dentro come in un tubo aumentando la velocità e poi uscire nel golfo di Trieste con raffiche di vento pericolose(si sono misurate velocità di 120 chilometri all’ ora e più).
Essa crea quindi tempo ventoso che spazza via nuvole e abbassa in modo drastico la temperatura.
La zona interessata è la pianura e la fascia pedemontana del Veneto mentre le Alpi non sono interessate da questo fenomeno.
A volte quest’ aria è il risultato di perturbazioni (vedi capitolo che parla della Tramontana) che, bloccate dalle Alpi, riescono ad girare attorno e trovando il punto debole entrano in pianura.
Questa eventualità è chiamata Bora nera l’ aria non è più continentale ma fredda e umida.
Essa crea quindi cielo coperto con nuvole molto veloci che in pianura non riescono a creare precipitazioni però, attraversando in mare e poi trovando alla fine della pianura gli Appennini, comincia a scaricare precipitazioni molto fredde. Non trovando poi montagne alte, continuano la loro corsa fino al Sud Italia.
E’ il tempo che illude molti amanti degli sport invernali sul probabile aumento del manto nevoso in montagna.
CONCLUSIONI:
Adesso che conosciamo i venti e la loro direzione (osservando le nuvole più alte) possiamo prevedere che tempo ci aspetta.
Questo perché sappiamo dove guardare le eventuali nuvole basse e minacciose che ci possono rovinare una eventuale passeggiata o escursione.
Se infatti, improvvisamente notiamo un nuvolone, ci allarmeremo solo dopo aver constatato il vento in quota che direzione ha e se questa è la stessa direzione da dove proviene il nuvolone.
Bisogna poi tenere presente che le perturbazioni, d’ Estate, normalmente non arrivano come un fronte molto ampio (centinaia di Km) ma si rompe in impulsi successivi quindi dopo un temporale è probabile che ce sia un altro a distanza di decine di Km. Non è il caso quindi, finito il temporale, di credere che tutto è passato e che fino a sera il tempo rimarrà stabile.
Come non è pensabile che dopo temporali intensi che al tramonto lasciano il cielo limpido di trovare il giorno seguente cielo limpido tutta la giornata .Questo perché appena la mattina la temperatura sale l’ acqua che ha inzuppato boschi e prati evapora e si raccoglie negli strati poco più in alto coprendo le cime delle montagne quindi ci vogliono giorni per far smaltire l’ umidità oppure se si è fortunati il giorno seguente è ventoso e porta via tutto.
di Ettore Giacomin

Appigli | punti di roccia che servono per aggrapparsi con le mani; |
Appoggi | punti di appoggio per i piedi; |
Arrampicata | via alpinistica, solo per esperti, in quanto occorre una preparazione tecnica e sui materiali, consiste scalare la parete con un compagno che ci assicura con la corda da sotto; |
Attacco | punto di partenza per una ferrata o arrampicata; |
Avvicinamento |
punto di partenza per una arrampicata o ferrata; |
Bastionata | parete di roccia; |
Bivacco |
piccolo rifugio, incustodito, solo per dormire o emergenza; |
Camino | Fessura di roccia tra due pareti costituito da due piani di roccia paralleli tra loro, il rimando immaginario ai camini delle case è immediato come concetto; |
Canalone | burrone ghiaioso, a volte si utilizza come vie di fuga o ritorno; |
Cengia | terrazzino orizzontale, esposto, generalmente da attraversare o utilizzare come sosta, o bivaccare; |
Cordata | in alpinismo, fune usata per assicurare Gli alpinisti gli uni agli altri e procedere in sicurezza; |
Corde fisse | funi in acciaio, fissate alla parete che si utilizzano per assicurarsi in ferrata e procedere; |
Cresta | parte sommitale di una montagna che divide due pareti, se estremamente ripida prende anche il nome di spigolo; |
Crinale | il profilo delle vette e delle creste che fa da confine e linea di separazione fra un versante e l’altro di una catena montuosa. profilo delle vette e delle creste che fa da confine e linea di separazione fra un versante e l’altro di una catena montuosa; |
Diedro | è costituito dall’incontro tra due piani diversi di roccia, che formano un angolo di ampiezza variabile (diedri chiusi, diedri aperti), assomiglia ad un libro parzialmente aperto; |
Esposizione | quando in un tratto di via ferrata o arrampicata, ci troviamo ad avere vuoto attorno; |
Fessura | si tratta di una fenditura nella roccia con andamento anche molto diverso e variabile (fessura orizzontale, obliqua, verticale,…), una fessura è definita come tale quando non è sufficientemente ampia per inserire completamente il corpo; |
Lama | quando uno spigolo e estremamente marcato tanto da poter essere afferrato lateralmente con le mani si parla allora di lama; |
Ometto | segnavia costituito da sassi sovrapposti a formare tipo piramide; |
Passaggi | è un termine che può indicare vari punti particolari di vie ferrate o arrampicata, per la difficoltà, il tipo di attrezzature che trova (difettose o non), indicazioni di percorso ecc… |
Passaggio Chiave | è il passaggio più difficile di una via ferrata o arrampicata; |
Placca | tratto roccioso liscio e uniforme, talvolta presenta scarsità di appigli e appoggi; |
Placca – Placca Inclinata | è una parte di roccia levigata (tipo scivolo) dove la progressione avviene effettuata facendo presa (grip) con la pianta dello scarpone e se possibile sfruttando la fune piccoli appigli; |
Pulpito | sporgenza/terrazzino, sul quale è possibile fare una sosta/pausa; |
Rifugio |
locale generalmente gestito da privati o associazioni Cai – con possibilità di ristoro e pernottamento; |
Roccette | rocce frastagliate che permettono una facile progressione senza l’utilizzo della fune; |
Scorrimano | la fune funge solo come scorrimano per esempio nei sentieri attrezzati; |
Sentiero attrezzato |
percorso escursionistico, di scarso impegno tecnico, si possono trovare alcune funi che hanno funzione di scorrimano; |
Spigolo | è una conformazione piuttosto aerea dove la parete forma un vero e proprio spigolo; |
Strapiombo | quando una parete ha un’inclinazione oltre la verticale (ovvero la linea della parete forma un angolo superiore ai 90° con la base della parete) si parla di parete strapiombante o strapiombo); |
Tetto | quando la verticalità della parete è interrotta da un vero e proprio scalino rovesciato siamo in presenza di un tetto, spesso estremamente difficile da superare in arrampicata; |
Traverso | progressione in obliquo, dove gli appigli (a parte la fune) potrebbero essere scarsi e bisognerà fare affidamento all’aderenza della suola dello scarpone; |
Via di fuga | è un percorso che viene inserito spesso dopo il tratto iniziale di una ferrata, per permettere a chi è in difficoltà o ha sottovalutato il percorso, di tornare alla partenza. Oppure si trova su ferrate ad alta quota prima di proseguire per dei tratti impegnativi, nel caso di maltempo o velocizzare il rientro; |
Via Ferrata |
percorso attrezzato con funi, scale, staffe ecc. – non per l’escursionista, ma occorre avere l’attrezzatura adatta, per raggiungere la vetta; |
Via Normale |
è la via (specie in arrampicata) più semplice per raggiungere la vetta. |